Alice Madness Returns

LETTURE VIDEOLUDICHE #2 | Alice nel paese dei videogiochi

Data la mia recentissima recensione di “Alice nel paese delle Meraviglie” e del graphic novel “Cheshire Crossing” ho deciso di pubblicare un approfondimento dedicato alla serie videoludica ispirata ai due romanzi di Lewis Carroll. Sul mio canale Youtube potete trovare il video dedicato a questo argomento.
 
Il 5 ottobre del 2000, la casa di sviluppo Rogue Entertainment e il publisher Electronic Arts hanno portato sul mercato videoludico un prodotto davvero originale. Il gioco in questione, intitolato “American McGee’s Alice“, è stato ideato come un possibile sequel dei due romanzi di Lewis Carroll incentrati sulla bambina di sette anni di nome Alice.
In questo futuro distopico creato dagli sviluppatori, Alice ha perso i genitori in un incendio e, dopo aver perso completamente il senno, viene rinchiusa nel Manicomio Rutledge. Dopo alcuni anni di convalescenza, la ragazza riceve la visita inaspettata del Bianconiglio, che la invita a tornare immediatamente nel Paese delle Meraviglie, ormai completamente corrotto dalla Regina Rossa.
Una volta tornata nello strambo mondo ideato da Lewis Carroll, Alice scoprirà di dover ricorrere alla violenza per poter riportare il Paese al suo vecchio splendore. Affiancata dal Bianconiglio e dallo Stregatto, la ragazza dovrà affrontare i sottoposti della Regina e alcuni vecchi amici ormai corrotti dalla sovrana.
Il titolo è un action-adventure con sezioni platform. Durante l’avventura dovremo infatti combattere contro molti nemici e affrontare alcune sfide tipiche dei videogiochi platform. Il gameplay era già abbastanza macchinoso per l’epoca e lo risulta ancor di più se messo a paragone con i titoli che troviamo oggi sul mercato, tuttavia è comunque godibile.
Anche la grafica è ormai datata ma dobbiamo pensare al livello raggiunto nei primi anni del 2000. Nel complesso lo ritengo quindi un gioco d’intrattenimento carino e originale. L’Alice proposta dagli sviluppatori del gioco è infatti molto più vicina ai miei gusti rispetto alla bambina tratteggiata da Carroll.
Il 16 giugno 2011, la nostra “badass” Alice torna nuovamente sul mercato videoludico in “Alice: Madness Returns“. La ragazza non è più internata presso il Manicomio Rutledge ed è seguita da uno psichiatra esperto nell’arte dell’ipnosi: il dottor Angus Bumby. Un giorno, Alice viene invitata dal dottore a recarsi presso una farmacia e lungo il tragitto incontra un gatto bianco che la conduce in un vicolo abitato da creature mostruose.
La ragazza viene poi informata da una vecchia conoscenza di alcune informazioni riguardanti la morte dei suoi genitori e, in preda alle allucinazioni, finisce nuovamente nel Paese delle Meraviglie. Questa volta il bizzarro mondo immaginario è minacciato dal Treno Infernale e sarà nuovamente compito di Alice risolvere la situazione.
Il gameplay è rimasto sulla stessa linea del precedente videogioco e la storia è ugualmente carina e d’intrattenimento. Una caratteristica a mio parere molto interessante di questa serie videoludica sono le citazioni ai romanzi di Carroll. Ogni personaggio è chiaramente ispirato agli scritti dell’autore e, in alcuni frangenti, riceveremo oggetti che richiamano scene specifiche dei libri.
Nel complesso, questa saga è stata a mio parere ben congeniata e, considerando l’idea di partenza similare al nuovo graphic novel pubblicato da Mondadori, “Cheshire Crossing“, lo ritengo di una qualità narrativa superiore. Lo sviluppo dell’intreccio è infatti intrigante e mai troppo lontano dai romanzi e i personaggi sono stati caratterizzati in maniera molto accurata.
Vi ricordo che sul mio blog potete trovare la recensione di “Alice, Dorothy e Wendy e “Cheshire Crossing“.
Conoscevate questi videogiochi? Cosa ne pensate?
 

2 pensieri su “LETTURE VIDEOLUDICHE #2 | Alice nel paese dei videogiochi

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