2045 Lettere da un Passato Futuro

"2045: Lettere da un Passato Futuro" | Recensione del romanzo distopico di Marko D'Abbruzzi

Attraverso il secondo bando di concorso indetto da I.D.E.A (Immagina di Essere Altro) sulla sua pagina Instagram, ho avuto la possibilità di ricevere una copia del romanzo di Marko D’Abbruzzi, intitolato “2045: Lettere da un Passato Futuro”. Oggi sono quindi pronta a darvi il mio giudizio sul libro.


Titolo: “2045: Lettere da un Passato Futuro”
Autore: Marko D’Abbruzzi
Data di pubblicazione: 17 Novembre 2018

Luca, un ragazzo come tanti, è sempre in movimento, aspettando che la SocialNet, agenzia globale che detiene il monopolio sul lavoro e sulla vita “socialmente sostenibile”, gli invii notifiche per nuove occupazioni giornaliere. Il giovane si troverà, a causa di una serie sfortunata di eventi, a dover “combattere” contro l’icona rossa del suo conto in banca. I worldcoin stanno per finire, così come la sua utilità alla società del cloud. Per questo motivo, e ignaro delle verità che si nascondono dietro al “sistema sociale”, verrà catapultato a sua insaputa nella Zona Rossa. Da qui in poi la lotta diverrà reale. Sarà una preda per creature mutate a causa di radiazioni e guerre; troverà persone senza scrupoli che faranno di tutto pur di sopravvivere; dovrà scontrarsi con la devastazione, il buio e gli agenti climatici poco clementi che lo faranno cadere in un limbo psicologico dal quale uscirà grazie al supporto di pochi umani rimasti tali, nonostante le difficoltà della Zona Rossa. Il suo viaggio alla ricerca di risposte lo porterà a incontrare qualcuno che gli spiegherà cosa sta accadendo nel mondo “reale” mentre il cloud intorpidisce le menti degli abitanti delle città.

La trama di “2045: Lettere da un Passato Futuro”

2045: Lettere da un Passato Futuro” (che d’ora in avanti chiameremo solo “2045”) si apre in un mondo distopico dove la tecnologia è oramai parte integrante della vita quotidiana degli abitanti della Terra, ovvero noi uomini. Tutta la popolazione è collegata al Cloud, centro di raccolta dati attraverso il quale è possibile interagire con l’ambiente in cui viviamo. Chi non è connesso al Cloud viene isolato ed emarginato e finisce, nella maggior parte dei casi, vittima dei mostri che abitano i territori limitrofi alle città, denominati “Zone Rosse“.
La nostra storia ruota intorno al personaggio di Luca, giovane uomo di Roma con una vita modesta e al servizio della SocialNet, agenzia globale che fornisce incarichi giornalieri attraverso cui è possibile guadagnare worldcoin (valuta attualmente in vigore). A causa di una serie di eventi sfortunati, Luca si troverà catapultato all’interno della Zona Rossa di Roma e sarà costretto ad affrontare indicibili pericoli per cercare di sopravvivere. Durante la sua avventura conoscerà nuovi amici e inizierà a comprendere cosa significa davvero vivere.
Se inizialmente il romanzo può sembrare un semplice resoconto distopico di quello che potrebbe realmente diventare il nostro mondo attraverso lo sviluppo tecnologico, avanzando nella lettura ci si rende conto di come 2045 porti i lettori a riflettere profondamente su diversi concetti. La tecnologia ci sta allontando sempre più dalle emozioni genuine provocate dalla lettura in un libro, o dalla visione di un quadro e, senza accorgercene, stiamo guardando il nostro mondo cambiare senza intervenire.
La storia nel suo complesso è originale e ben congegnata. La maggior parte dei personaggi è ben caratterizzata e ho apprezzato particolarmente alcuni piccoli tributi al mondo dei videogiochi. La teoria dietro a questo mondo distopico è stata creata con cognizione di causa. Notiamo infatti che l’autore ha studiato bene saggi e scritti riguardanti le conseguenze dello sviluppo tecnologico, riportando fatti e teorie in maniera eccellente.
Unica pecca che mi sento di fare, è forse il poco approfondimento di certi aspetti. Quali per esempio gli attacchi improvvisi di alcuni degli abitanti di Roma. Nelle prime pagine Luca assiste difatti ad un omicidio e in seguito verremo a sapere che quello non è il solo caso verificatosi a Roma. Chiaramente a spingerli è la disperazione e forse il problema è dato anche dai naniti presenti nel nostro corpo. Comunque avrei apprezzato qualche parola in più su questi eventi a primo impatto molto significativi.

Il mio giudizio sul libro

La mia valutazione complessiva di 2045 è molto positiva. Con l’avanzare della lettura mi sono infatta sempre più immedesimata in Luca, grazie al fatto che tutto ciò che prova riguarda molto da vicino il tipo di individuo in cui anche noi ci stiamo trasformando.
Abituati ormai alla vita agiata fornitaci dalla tecnologia, non saremmo più in grado di sopravvivere in un mondo privo di essa. Se per esempio ci soffermiamo un attimo a osservare le persone su un mezzo pubblico, possiamo notare come il 90% delle persone a bordo abbia il telefono in mano, per chattare o semplicemente per ascoltare un po’ di musica. La voglia di socializzare con persone a noi sconosciute sta ormai scemando, mentre stanno pian piano guadagnando sempre più importanza i Social. Avere followers ed essere famosi sul web è il nuovo obiettivo della maggior parte dei ragazzi e, in molti casi, è molto più importante dell’avere amici con i quali prendersi una birra in un bar.
2045 non fa però solamente riflettere sulle comodità della tecnologica e su come questa incida sul nostro carattere. Ad allarmare è infatti un altro punto sottolineato da Marko D’Abbruzzi: il fatto di rimanere inermi a guardare un mondo che ci sfugge di mano, in cui i poteri forti stanno pian piano prendendo il controllo sulla nostra vita, raccogliendo continuamente dati su di noi, anche senza il nostro consenso. Quante volte infatti vi è capitato di vedere una pubblicità durante una navigazione su Internet, in cui vi viene proposto esattamente l’oggetto che avete cercato nell’ultimo periodo, o peggio che avete solamente nominato in una conversazione con i vostri familiari o amici?
Ebbene, ormai è sotto gli occhi di tutti che i nostri dati siano raccolti per motivi di marketing e in futuro probabilmente verranno utilizzati anche per altri scopi. Chiaramente il mondo descritto da Marko è un mondo distopico, ancora lontano dal nostro, ma purtroppo non così tanto. In molti frangenti mi sono infatti fermata a riflettere su come certe cose non siano affatto così lontane da noi e su come alcuni avvenimenti potrebbero presto diventare realtà.
Ultimo aspetto del romanzo, ma non per importanza, è la nocività della nuova tecnologia. Leggiamo spesso infatti articoli definiti “complottisti” in cui scienziati e ricercatori sottolineano la pericolosità di certe tecnologie, quali per esempio il 5G. E’ stato dimostrato con il tempo, che molti dispositivi come i tanto amati smartphone abbiamo un impatto negativo sul nostro organismo, a causa delle onde da loro trasmesse. Non sappiamo con certezza se tutto quello che ci viene raccontato sia vero, o solo frutto di un atto di ribellione, ma è il caso di riflettere su questi concetti. L’obiettivo di 2045 è infatti proprio questo: spingere il lettore alla riflessione, a partecipare attivamente all’evoluzione del nostro mondo e non accettare passivamente tutto ciò che ci viene proposto. Possiamo ancora fare la differenza e possiamo evitare di ridurci a una massa di persone completamente in simbiosi con la tecnologia senza più la capacità di provare emozioni reali.
Il libro affronta numerosi altri temi, come il progressivo abbandono della scrittura su carta o lo sviluppo di un linguaggio sempre più intriso di termini inglesi che ci allontana costantemente dalla nostra lingua, così bella e variegata. Lascio però a voi il gusto di scoprire queste altre sfumature del romanzo.
Per tutte queste ragioni, mi sento di assegnare 4.5/5⭐ a “2045: Giorni di un Futuro Passato” di Marko D’Abbruzzi. Ringrazio I.D.E.A e l’autore per avermi dato la possibilità di leggere questo romanzo e spero che questo sia solo l’inizio di una lunga collaborazione fatta di scambi di idee e riflessione su temi importanti.
Concludendo vi rimando al sito ufficiale di I.D.E.A (Immagina Di Essere Altro) e alle loro pagine Facebook e Instagram.
Voi avete letto questo libro? Fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti!

4 pensieri su “"2045: Lettere da un Passato Futuro" | Recensione del romanzo distopico di Marko D'Abbruzzi

  1. Grazie mille per l'analisi! Sì, alcuni degli eventi erano dati dallo sviluppo incontrollato dei naniti ma hai ragione, avrei dovuto approfondirli, me ne sono reso conto più avanti. Errore appreso che non rifarò in futuro!

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  2. Sono felice che ti sia piaciuta e grazie ancora per avermi dato modo di leggere il tuo romanzo! Inoltre apprezzo sempre quando gli autori accettano le piccole critiche e ne fanno tesoro per migliorare sempre di più.

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  3. Senza le critiche non si può migliorare! E quando sono costruttive, sono oro colato. Apprezzo sempre la sincerità, cosa rara in questi tempi. Credo che un autore/trice che non accetti le critiche, non può nemmeno definirsi tale.

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