Qualche giorno fa ho terminato la lettura di Iron Flame e oggi sono pronta a parlarvene!
Quando si parla di saghe fantasy capaci di creare un fandom accanito in pochissimo tempo, il nome di Rebecca Yarros ormai non può mancare. “Fourth Wing” ha conquistato i lettori di tutto il mondo con il suo mix esplosivo di azione, romanticismo e una protagonista che si distingue per forza e vulnerabilità. “Iron Flame“, il secondo capitolo della serie, arriva con grandi aspettative e, pur mantenendo un livello qualitativo alto, non riesce a eguagliare completamente, a mio parere, il ritmo serrato e la tensione emotiva del primo volume.
Non si può negare che la prima parte di “Iron Flame” sia un concentrato di adrenalina. La Yarros riprende esattamente da dove ci aveva lasciati, senza concedere un attimo di respiro ai personaggi (e ai lettori). Colpi di scena ben piazzati, una narrazione incalzante e un worldbuilding che si espande in maniera intrigante rendono le prime centinaia di pagine assolutamente coinvolgenti. Ritroviamo Violet nel pieno della sua crescita come guerriera e stratega, con nuovi ostacoli da superare e dinamiche sempre più complesse nei rapporti con gli altri cadetti e, soprattutto, con Xaden.

Nella seconda parte del libro però la narrazione si prende una pausa, rallentando il ritmo in modo quasi straniante. Non si tratta di una sosta ben costruita, ma più di un dilungarsi eccessivo in situazioni che potevano essere raccontate molto più brevemente. La sensazione è che la parte centrale avrebbe potuto essere distribuita meglio, evitando così quel calo di pathos che spezza l’immersione nel racconto. Se in “Fourth Wing” avevamo dei gap temporali di settimane, in questa parte centrale “Iron Flame” ci racconta minuto per minuto la vita presso Aretia, allontanandoci momentaneamente dall’adrenalina a cui eravamo stati abituati.
Fortunatamente gli ultimi sette capitoli riportano il romanzo ai fasti iniziali. L’intensità emotiva torna a farsi sentire, i colpi di scena riprendono forza e, finalmente, si respira di nuovo quell’atmosfera che aveva reso il primo volume così irresistibile. Si ha la netta impressione che la Yarros sappia perfettamente dove vuole portarci, ma abbia voluto concedersi un respiro più ampio nella parte centrale, forse per preparare il terreno al prossimo libro.
In conclusione si tratta di una lettura che lascia con la voglia di continuare. Nonostante il rallentamento nella parte centrale, “Iron Flame” resta una lettura godibile e avvincente. La crescita dei personaggi è evidente, le dinamiche di potere si fanno più intricate e il mondo di creato dalla Yarros continua a espandersi in modi interessanti. Anche se non mi ha convinta appieno come il primo volume, la conclusione mi ha lasciata con una sola certezza: non vedo l’ora di mettere le mani sul prossimo libro!
