2032. La crisi climatica ha superato il punto di non ritorno: non importa quanti sforzi facciano gli uomini per frenare la deriva, nel giro di qualche decina d’anni la Terra risulterà invivibile per l’umanità. Nell’indifferenza quasi generale che accoglie questa notizia, due attivisti vengono colpiti da una nuova consapevolezza, anzi due e profondamente in contrasto tra loro. Per Edward l’unica soluzione possibile per scampare alla terribile agonia cui è condannata l’umanità è estinguersi, attuando un piano di sterilizzazione controllata. Lise, invece, arriva alla conclusione opposta: le scoperte del futuro potrebbero smentire la condanna della scienza, quindi è bene fare molti figli ed educarli alle tematiche ambientaliste, poiché uno di loro potrà essere colui che cambierà il corso della storia. Come potrebbero visioni così opposte convivere in un mondo ormai condannato? La ruota non può girare in due sensi. E un uomo che vive nel 2111 lo sa.
L'Estinzione della Ruota | Recensione del romanzo di Jacopo Zerbo
Qualche mese fa, l’autore Jacopo Zerbo mi ha contattata per darmi la possibilità di leggere il suo libro L’Estinzione della Ruota. La trama mi ha subito intrigata grazie al tema centrale molto attuale e agli spunti di riflessione che sicuramente avrebbe potuto donarmi. Ho quindi accettato e oggi sono finalmente pronta a darvi il mio giudizio a riguardo.
Titolo: L’estinzione della ruota
Autore: Jacopo Zerbo
Casa editrice: Bookabook
Data di pubblicazione: 1 ottobre 2020
Il romanzo di Jacopo Zerbo è un libro forte e molto crudo. Attraverso la storia che ci viene narrata, ci vengono messe davanti agli occhi immagini reali che, molto presto, potrebbero essere una fedele trasposizione di quella che sarà la vita sul nostro Pianeta.
Come incipit per una recensione può sembrare piuttosto forte, ma è questo il tono con cui “L’estinzione della ruota” si apre ai suoi lettori. Tramite la narrazione delle vite di tre personaggi infatti, l’autore ha come obiettivo quello di far riflettere il pubblico su temi molto importanti, quali l’ambiente e le conseguenze del nostro persistere nella negazione di un repentino cambiamento climatico che potrebbe presto portarci alla rovina.
Conosciamo quindi Edward, attivista che ha passato gli ultimi anni a cercare di convincere le persone a credere nel cambiamento climatico, ma che allo stesso tempo si è ormai arreso al negazionismo dei poteri forti. Dopo la notizia che la crisi climatica è arrivata a un punto di non ritorno, questo personaggio ha una sorta di epifania: non c’è speranza ormai per l’uomo, è dunque necessario fermare il ciclo di riproduzione dell’essere umano, in modo tale da non condannare a un’esistenza inaffrontabile quei poveri bambini che potrebbero nascere da lì a qualche anno.
Di tutt’altra idea è invece la seconda protagonista, Lise, che alle parole del telegiornale dà tutta un’altra intepretazione. Siamo arrivati a un punto di non ritorno? Chi ci dice che i nostri figli non troveranno una soluzione ai problemi che oggi vediamo come irrisolvibili? La donna decide quindi di creare una sorta di aggregazione allo scopo di produrre quanti più bambini nel minor tempo possibile. La loro prole studierà poi a fondo, fino ad arrivare a risolvere la crisi climatica mondiale.
Ebbene, nel romanzo ci troviamo quindi ad analizzare due reazioni diametralmente opposte a quella che potrebbe essere una delle notizie più brutte che potremmo ricevere nei prossimi anni. Entrambe le idee proposte sono chiaramente estremizzate, e non possono essere condivise in pieno dal pubblico di lettori. Ad entrambi i personaggi però, non si può dare torto, una crisi di questa entità non potrebbe infatti che portare a dover prendere decisioni rivoluzionarie come quelle da loro proposte.
Attraverso i loro due movimenti opposti, vediamo quindi come i poteri forti cerchino sempre di trarre giovamento dallo sfruttamento di ciò che a livello mediatico è più apprezzato e abbiamo modo di analizzare l’atteggiamento delle persone benestanti nei momenti di crisi: la fuga e l’autoconservazione. Come in ogni storia che si rispetti infatti, e come purtroppo succede anche nella realtà, chi ha il denaro riesce sempre a trovare un’alternativa, una via di fuga appunto, attraverso la quale assicurare un futuro vivibile alla propria famiglia. Arrivati al punto di non ritorno, perché sprecare energie nel cercare di salvare il mondo, quando potremmo impiegare lo stesso tempo e le stesse risorse per salvare solamente noi stessi? Un pensiero anche questo, che spinge sicuramente a una profonda riflessione sull’egoismo umano.
Vi ho però parlato di ben tre protagonisti e quindi parliamo anche di Georges, uomo ordinario con problemi di autostima che, alla notizia di una vicina fine del mondo, decide di rispondere nella maniera più naturale possibile: abbandonando tutte le inibizioni e agendo come se non esistesse più alcuna legge sul Pianeta. Georges decide infatti di ribellarsi alla società, eseguendo una serie di azioni che normalmente non avrebbe neanche lontanamente pensato di poter compiere. Guidato dall’idea di non avere più niente da perdere, si lascia quindi guidare dall’istinto senza pensare alle conseguenze.
Lo stile di scrittura di Jacopo è scorrevole e semplice. La scelta di strutturare la narrazione su diversi piani temporali e attraverso differenti punti di vista è interessante e funzionale per la veicolazione del messaggio cardine del libro. I temi trattati, come avrete potuto intuire, sono molti e ci toccano purtroppo da vicino. Un romanzo che fa riflettere, e che lascerà sicuramente un segno nei lettori. Un distopico sì, ma che si mostra spaventosamente troppo vicino alla nostra realtà.
Ringrazio ancora Jacopo Zerbo per avermi dato la possibilità di leggere “L’estinzione della ruota”. Qui sotto trovate il link Amazon per acquistarlo.
