Durante il mese di febbraio ho ricevuto da edizioni NPE il nuovo romanzo del fondatore di questa splendida casa editrice, ovvero Nicola Pesce. Il libro in questione è “La cura del dolore”. Questo volumetto, per quanto breve, riesce a trasmettere emozioni davvero forti. Spero dunque di essere in grado di spiegarne il contenuto, senza rovinarvi l’esperienza di una vostra possibile lettura futura.
Titolo: La cura del dolore
Autore: Pesce Nicola
Casa editrice: NPE
Collana: Himself
Prezzo: 12.00€
Data di pubblicazione: 11 febbraio 2021
Il protagonista, Henry, è una persona che ha sempre fatto di tutto per
compiacere gli altri, ma questa volta verrà trascinato in una esperienza
kafkiana, in un istituto governativo dove dei “burocrati” spingeranno
all’estremo la sua tendenza a dire sempre di sì e ad accettare tutto.
Sottoposto a torture fisiche e psicologiche, arriverà Henry a capire che
deve essere se stesso, ribellarsi e vivere la propria vita? Una folle
ed elaborata metafora della società attuale, sempre troppo politically
correct, un “memento vivi”, ossia “Ricordati di vivere”.
Il mio giudizio sul libro
Prima di lanciarmi in questa recensione, voglio fare una premessa: non avevo ancora mai letto un romanzo di Nicola Pesce e non sapevo dunque cosa aspettarmi. Devo essere sincera, veder pubblicato il suo libro da una CE che porta il suo nome, mi ha lasciato inizialmente interdetta e dubbiosa, ma già dopo poche pagine, il mio inutile pregiudizio è stato sopraffatto da uno stile di scrittura e una scorrevolezza davvero incredibili.
Partiamo dalla trama, se di trama si può parlare. Da quanto ho capito da questo mio primo approccio ai romanzi di Nicola infatti, penso che nei suoi libri non sia la storia in sé la parte più importante, ma i concetti che vengono trasmessi al lettore. In questo caso, seguiamo la breve storia di Henry, un uomo che ha fatto della sua vita una continua corsa per compiacere gli altri. Ormai completamente succube di questo suo quasi servilismo nei confronti dell’altro, Henry si trova a dover affrontare un periodo di “prigionia” presso una struttura quasi surreale, dove sarà costretto a subire torture e fare i conti con sé stesso.
Come vi avevo preannunciato, non è affatto semplice parlare di questo romanzo senza ricadere in piccoli spoiler. Della storia che viene narrata non posso dirvi altro, ma cercherò ora di parlarvi di quelli che sono i concetti che mi sono stati trasmessi dalla lettura. Henry è un uomo che si sente prigioniero all’interno della sua stessa vita. Vittima del suo onnipresente bisogno di compiacere gli altri sacrificando sé stesso, non dà più peso ai suoi desideri e alla sua vita. In passato si è lasciato sfuggire tra le dita occasioni importanti e purtroppo se ne accorgerà quando sarà troppo tardi.
Il messaggio che a mio parere sta cercando di trasmetterci Nicola attraverso le pagine di “La cura del dolore” è proprio questo: “ricordatevi di vivere”. Non dobbiamo vivere in una gabbia che ci siamo costruiti da soli a causa della società che ci circonda. Dobbiamo essere liberi di esprimere un’opinione, di fare delle scelte, di capire cosa secondo noi sia giusto o sbagliato e sopratutto di vivere la nostra vita come meglio crediamo. Al giorno d’oggi sta diventando sempre più difficile esprimersi nel mondo. Ogni frase male interpretata, ogni parola fuori posto, può portare alla denigrazione da parte del resto della comunità. Tutto ciò che facciamo è frutto di scelte condizionate dal giudizio della società e tendiamo a sentirci sempre più prigionieri in una vita che non ci appartiene del tutto.
Proprio per questa ragione, a mio parere, Nicola ha voluto lanciare questo messaggio. Non sprechiamo la nostra vita a cercare di compiacere gli altri, viviamo la nostra vita al pieno delle nostre forze e seguendo sempre ciò che vogliamo fare per noi. Perché quella vita saremo noi a portarla avanti fino alla tomba, non gli altri. Cerchiamo di non arrivare alla vecchiaia con rimpianti che avremmo potuto evitare.
Spero di non essermi dilungata troppo nel mio giudizio. In conclusione, penso che per quanto breve, il romanzo di Nicola Pesce meriti assolutamente l’attenzione di tutti i lettori. Il suo stile e il contenuto di questo volumetto sono riusciti infatti a colpirmi nel profondo e spero davvero che abbiate la possibilità di leggere anche voi “La cura del dolore”.
Ci tengo inoltre a consigliarvi di leggere anche la postfazione, dato che spesso i lettori tendono a evitare queste sezioni (anche se non ne capisco la ragione). Lì troverete alcuni aneddoti davvero interessanti riguardo l’autore e le origini della casa editrice che ormai tutti conosciamo con il nome di NPE.

