Circa una settimana fa, ho ricevuto da Rizzoli una copia della nuova edizione illustrata di “Canto di Natale”, di Charles Dickens. In passato avevo già letto questo breve romanzo, ma non avevo ancora avuto la possibilità di parlarvene qui sul blog. Fare una rilettura attraverso questa splendida edizione, inoltre, è stato davvero un piacere. Passiamo dunque alla mia valutazione.
Autore: Charles Dickens, illustrazioni di Iacopo Bruno e traduzione a cura di Beatrice Masini
Data di pubblicazione: 24 novembre 2020 (1843 ed. originale)
Casa editrice: Rizzoli
Il romanzo è uno degli esempi di critica di Dickens della società ed è anche una delle più famose e commoventi storie sul Natale nel mondo. Narra della conversione del vecchio e tirchio Ebenezer Scrooge, visitato nella notte di Natale da tre spiriti (il Natale del passato, del presente e del futuro), preceduti da un’ammonizione dello spettro del defunto amico e collega Jacob Marley. Il Canto unisce al gusto del racconto gotico l’impegno nella lotta alla povertà e allo sfruttamento minorile, attaccando l’analfabetismo: problemi esasperati apparentemente proprio dalla Poor Law (Legge contro la povertà), comodo tappabuchi tanto inefficace quanto dannoso ideato dalle classi abbienti.
Il mio giudizio sul libro
Penso che in linea generale, ogni lettore conosca la storia narrata all’interno di “Canto di Natale” di Dickens, ma voglio comunque farvi un piccolo riassunto della vicenda. La storia parla di un egoista e burbero uomo d’affari che, durante la vigilia di Natale, pensa come suo solito solamente al denaro. L’uomo, di nome Ebenezer Scrooge, non si rende conto di ciò che gli accade d’intorno e ha perso ormai ogni contatto sociale sia con i parenti che con i colleghi.
Quella sera, una volta tornato a casa, Scrooge riceverà la visita di tre spiriti del Natale preceduti da quello dell’amico morto Marley. Il suo ex socio in affari gli parlerà di ciò che lo ha portato sulla cattiva strada in vita, distogliendolo dal fare del bene. Dopo questa cupa e inquietante apparizione, verso l’una di notta, farà la sua comparsa lo spirito del Natale passato, che verrà poi seguito da quello del Natale presente e del Natale futuro.
I tre spiriti porteranno Scrooge a rivivere ricordi e momenti della sua vita in modo tale da mostrargli quanto il suo comportamento sia nocivo agli altri e a sé stesso. L’uomo infatti, non solo passa le sue giornate a lavorare fino a tardi pur di evitare i festeggiamenti della vigilia e di Santo Stefano, ma obbliga il suo dipendente Bob Cratchit a fare lo stesso, in cambio di un misero stipendio che non gli permette neanche di fornire le giuste cure al figlio malato.
Non vi parlerò del finale, anche se, come ho già detto, penso che tutti conoscano questa storia. Vi dirò solamente che la trama è forse una delle più belle mai scritte per il periodo di Natale. Le emozioni e gli importanti messaggi trasmessi e la bravura di Dickens nell’inserire una critica sociale così forte contro l’atteggiamento della borghesia del tempo, rendono “Canto di Natale” un piccolo capolavoro.
Non era semplice infatti all’epoca, e forse non lo è tutt’ora, riuscire a lasciare impresso nelle menti dei lettori un messaggio negativo verso la società dominante. Non tutti sono difatti pronti a leggere una storia pesante, ricca di significato e di critica, ma Dickens è riuscito a trasmettere tutto ciò in una veste completamente inedita e originale, raccontando così una storia di Natale dolce e commovente, ma delineando anche quelli che erano i punti critici della società del tempo.
Il linguaggio da lui utilizzato è semplice e diretto, in modo tale da far arrivare il messaggio alla maggior parte dei lettori. Parlando delle splendide illustrazioni e della fantastica copertina di questa edizione, devo sicuramente fare un plauso a Iacopo Bruno, in quanto è riuscito a rendere questo breve romanzo ancora più bello e affascinante. La nuova edizione di Rizzoli è un prodotto da non lasciarsi scappare assolutamente.
Penso dunque che si sia capito quanto io ami questa storia. L’idea alla base e la critica sociale inserite riescono a dare vita a un racconto commovente e speciale, da rileggere accanto al camino ogni anno durante la Vigilia di Natale. Di questa storia sono state prodotte numerose trasposizioni cinematografiche, da “Canto di Natale di Topolino“, ad “A Christmas Carol“, film di animazione sempre della Disney. Ad avermi stupita però, è certamente il più recente “Dickens – L’uomo che inventò il Natale“, all’interno del quale seguiamo l’autore inglese durante il processo di creazione e sviluppo del romanzo.
Voi amate questa storia? Avete visto uno di questi film?

