Il review party dedicato a “La Guerra dei Papaveri” di R.F. Kuang, organizzato da Regina (@pan.di.luna) in collaborazione con Mondadori, giunge oggi al termine ed è finalmente il mio turno di darvi la mia valutazione di questo romanzo.
Titolo: La Guerra dei Papaveri
Autore: Rebecca F. Kuang
Data di pubblicazione: 13 ottobre 2020
Casa editrice: Mondadori
Orfana, cresciuta in una remota provincia, la giovane Rin ha superato senza battere ciglio il difficile esame per entrare nella più selettiva accademia militare dell’Impero. Per lei significa essere finalmente libera dalla condizione di schiavitù in cui è cresciuta. Ma la aspetta un difficile cammino: dovrà superare le ostilità e i pregiudizi. Ci riuscirà risvegliando il potere dell’antico sciamanesimo, aiutata dai papaveri oppiacei, fino a scoprire di avere un dono potente. Deve solo imparare a usarlo per il giusto scopo…
Il mio giudizio su “La Guerra dei Papaveri”
La storia narrata all’interno del romanzo di Rebecca Kuang è ispirata agli eventi che hanno visto luogo durante la Seconda Guerra sino-giapponese, un conflitto tra Cina e Giappone durato quasi dieci anni. A scontrarsi sul campo di battaglia però, troviamo due fazioni create dalla mente dell’autrice: da un lato abbiamo i federati di Mugen, mentre dall’altro i nikariani fedeli all’Imperatrice.
Durante la lettura, seguiamo le vicende che ruotano attorno a un’orfana di umili origini, di nome Rin (Fang Runin). La ragazza, destinata a sposarsi presto per convenienza dei genitori adottivi, decide di prendere in mano le redini della propria vita, impegnandosi per superare uno dei test più difficili del continente: il kējǔ. Superando questo esame infatti, chiunque ha la possibilità di accedere a una delle accademie militari del regno. I migliori, potranno accedere alla Sinegard, fiore all’occhiello del paese.
Trascurando il sonno e arrivando perfino a lesionarsi pur di avere successo, Rin riesce a superare l’esame con il miglior punteggio e viene inviata presso la Sinegard. Qui sarà isolata e schernita dalla maggior parte degli studenti a causa delle sue origini umili, ma grazie all’impegno e all’aiuto di un amico e di un maestro molto particolare, arriverà ad essere una delle allieve migliori.
“La Guerra dei Papaveri” si divide in tre sezioni. Nella prima parte seguiamo appunto la protagonista attraverso il suo percorso di studi. In questa fase le immagini e il linguaggio sono più pacati e l’atmosfera che si respira è quella di una normale scuola di addestramento. A partire dalla seconda parte del libro però, qualcosa cambia. La guerra incombe e con sé porterà non solo morte e distruzione, ma un vero e proprio cambio di stile. Gli eventi narrati assumono un tono più cupo e molto crudo. Le scene descritte sono talmente forti da lasciare nel lettore stesso una sensazione di nausea e gli eventi prendono una piega davvero tragica e inaspettata.
A mio parere, la storia narrata all’interno di questo romanzo è una delle più intense che abbia letto nell’ultimo anno. La crudezza della narrazione e la potenza delle immagini evocate dalla Kuang, sono riuscite non solo a catturarmi completamente, ma anche a farmi conoscere da vicino le crudeltà insite nella guerra. Molti degli eventi narrati rimandano agli scontri avvenuti durante la Seconda Guerra sino-giapponese e l’autrice è riuscita a inserirli velatamente all’interno di una storia fantasy originale e intrisa di magia e colpi di scena.
“La Guerra dei Papaveri” non è sicuramente un libro per tutti. Scordatevi le letture fantasy costellate di razze pacifiche e creature straordinarie. Fatte di avventura e amore. Qui parliamo di guerra, e di quella vera. Il lettore non ha sconti sugli eventi narrati. Ogni vittima e ogni scontro vengono descritti con dovizia di particolari e con una brutalità che solamente un’esperta in materia come la Kuang avrebbe potuto utilizzare.
Nel romanzo siamo messi davanti a fatti ed eventi che realmente sono avvenuti durante le guerra. Non c’era pietà sui campi di battaglia. I piccoli vilaggi venivano spazzati via senza remore, le donne venivano stuprate fino al loro ultimo respiro e i bambini venivano trucidati per divertimento. Questi sono i lati inediti della storia che nessuno ha spesso il coraggio di raccontare, ma proprio attraverso queste immagini, la Kuang è riuscita a mio parere a creare una storia potente e realistica.
Il conflitto tra Mugen e l’Impero nikariano assume sfumature talmente crude e vicine alla realtà, da rendere credibili anche gli aspetti fantasy inseriti dall’autrice. Abbiamo infatti a che fare con divinità, sciamani e poteri sovrannaturali, ma questa componente va solo a rafforzare l’idea di base della storia: “in guerra, pur di arrivare alla vittoria, arriviamo compiere azioni inumane e scellerate”.
Il romanzo è solo il primo della saga della Kuang, ma nonostante questo, è riuscito a creare basi forti e ben delineate. Lo stile dell’autrice è denso di dettagli e in alcuni casi forse eccessivamente pesante, ma non per questo noioso. Un aspetto della narrazione che ho particolarmente apprezzato, è stato il fatto che anche noi fossimo resi partecipi dei dettagli strategici della guerra. Insieme a Rin, durante la sua permanenza alla Sinegard, impariamo le leggi della strategia contenute all’interno de “L’arte della guerra” di Sun Tsu, trattato di strategia militare risalente al VI-V secolo a.C e studiamo anche noi, in un certo senso, l’arte della guerra.
I temi affrontati, di cui vi ho già in parte parlato, sono molti e importanti: autolesionismo, genocidio, stupro, vendetta, morte, e sono affrontati in maniera precisa e dettagliata. I personaggi sono molto numerosi e rispecchiano le personalità differenti che potremmo trovare in un vero e proprio esercito. Abbiamo comandanti pronti a tutto pur di arrivare alla vittoria. Soldati coraggiosi, ma anche uomini non disposti a perdere la vita a causa di scelte sbagliate dei propri superiori. A mio parere, ognuno di loro ha dato un contributo importante alla storia, grazie al suo atteggiamento e alle sue azioni. In particolare, ho molto apprezzato lo sviluppo di Nezha, di cui spero di sentir parlare nuovamente nel secondo romanzo.
Potrei continuare a parlare per ore di ciò che mi è stato trasmesso da questo romanzo, ma non voglio tediarvi più di quanto abbia già fatto. Quello che mi sento di dire in conclusione è che “La Guerra dei Papaveri” non è solamente un romanzo fantasy, ma un vero e proprio trattato di guerra, attraverso cui è possibile percepire tutte le crudeltà facenti parte di questa triste realtà.
Tenendo conto di quanto detto, ho deciso di assegnare 5/5⭐ al romanzo della Kuang. Ci tengo a ripetere che, a mio parere, non si tratta di un libro adatto a tutti, sia per gli argomenti trattati, sia per lo stile narrativo utilizzato dall’autrice. Ringrazio ancora infinitamente Regina e Mondadori per avermi dato la possibilità di leggere questo libro.




