Qualche settimana fa sono stata contattata da Dario Pubblici per recensire il suo libro “Nostalgia Pubblicitaria”. Di solito non accetto collaborazioni per testi il cui genere non rispecchia pienamente i miei gusti, ma in questo caso il soggetto del libro era talmente particolare che non ho saputo dire di no. Eccomi quindi pronta a darvi il mio giudizio a riguardo.
Titolo: Nostalgia Pubblicitaria – Brevi retrospettive semiserie sugli spot degli anni Ottanta e Novanta. Autore: Dario Pubblici
«Nostalgia, nostalgia canaglia…» cantavano Al Bano e Romina Power nel 1987. E come dar loro torto!Tra gli anni Ottanta e Novanta è nata una generazione davvero peculiare, cresciuta a merendine e televisione nella più totale spensieratezza e ingenuità. Con il passare del tempo però, essa si trasformò in un esercito di nostalgici che tuttora fa fatica a trovare un posto nel mondo attuale…Anche l’esperto di comunicazione Dario Pubblici faceva parte di questo plotone: la televisione è stata la sua compagna fedele e inseparabile sin dai primi anni, e amava la pubblicità anche più dei programmi che interrompeva.Più cresceva e più si convinceva che l’epoca della sua infanzia fosse davvero ideale. Il suo desiderio più recondito divenne così l’ossessione di poter rivivere il ventennio dei magnifici Ottanta e Novanta, e non scollarsi più da quell’epoca.Sarà per questo che, una volta divenuto adulto, decise di specializzarsi proprio in pubblicità?Di certo questa scelta fu cruciale: grazie ad accurati studi di settore, una introspezione psicologica senza precedenti, nonché una massiccia dose di satira, l’autore trovò il modo per sconfiggere la nostalgia pubblicitaria…o quasi!Il libro si compone di una serie di retrospettive semiserie relative ad alcune delle pubblicità più iconiche di quel periodo. Mettendo in luce una serie di contraddizioni e stranezze presenti negli spot sotto forma di parodia, l’opera intende esorcizzare attraverso la risata l’effetto nostalgia provato dai millennials.
Il mio giudizio sul libro di Dario Pubblici
Partiamo subito col dire che io sono nata nel 1994 e quindi molte delle pubblicità prese in causa da Dario Pubblici in “Nostalgia Pubblicitaria” mi erano totalmente sconosciute prima della lettura di questo libro. Non per questo comunque, non ho trovato interessante scoprire come le vecchie réclame abbiano dato inizio a serie di pubblicità, in alcuni casi, ancora oggi utilizzate o comunque rimaneggiate.
Il messaggio che vuole trasmetterci Pubblici attraverso questo breve excursus sulle pubblicità degli anni Ottanta e Novanta è il fatto che, in molti casi, queste réclame fossero totalmente prive di logica e, nonostante questo, abbiano spinto milioni di italiani all’acquisto di prodotti che neanche sapevano di desiderare.
L’aspetto che ho apprezzato particolarmente di “Nostalgia Pubblicitaria” è il tono ironico dell’autore, atto a sfatare qualsivoglia mito delle vecchie pubblicità. Attraverso le risa, Pubblici riesce a mostrare tutti gli aspetti no-sense delle réclame, descrivendo anche alcuni degli “effetti collaterali” di queste ultime.
Nel suo complesso, il libro si attesta come una piccola ironica enciclopedia di quelle che furono le pubblicità più particolari e di successo degli anni Ottanta e Novanta ma, personalmente, avrei gradito un maggior numero di esempi. “Nostalgia Pubblicitaria” conta infatti solamente una cinquantina di pagine quando, a mio parere (parlo comunque da ignorante del campo), con il doppio o il triplo della lunghezza avrebbe potuto tranquillamente attestarsi tra i manuali di studio di ambito pubblicitario.
Altra pecca del libro è a mio parere il linguaggio troppo gergale in alcune parti del testo. L’ironia utilizzata è azzeccata e vi porterà sicuramente a ridere a crepapelle ma, in alcuni frangenti, avrei optato per un linguaggio meno informale.
In conclusione, mi sento di assegnare 3.5/5⭐ a “Nostalgia Pubblicitaria” di Dario Pubblici. Ringrazio ancora l’autore per avermi dato la possibilità di leggere il suo libro.
Cosa ne pensate? Lo avete letto?

