la città di ottone

Review Party di "La Città di Ottone" | Recensione del primo romanzo della trilogia Daevabad

Nelle ultime settimane ho avuto la possibilità di leggere il primo volume della trilogia Daevabad di S.A. Chakraborty intitolato “La Città di Ottone”. Oggi sono dunque pronta a parlarvi delle mie impressioni su questo libro. Ringrazio Mondadori e Alessandra Fattori (raggywords) per avermi selezionata per questo Review Party.
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Titolo: La Città di Ottone
Autore: S.A. Chakraborty
Data di pubblicazione: 16 giugno
EGITTO, XVIII SECOLO. Nahri non ha mai creduto davvero nella magia, anche se millanta poteri straordinari, legge il destino scritto nelle mani, sostiene di essere un’abile guaritrice e di saper condurre l’antico rito della zar. Ma è solo una piccola truffatrice di talento: i suoi sono tutti giochetti per spillare soldi ai nobili ottomani, un modo come un altro per sbarcare il lunario in attesa di tempi migliori.

Quando però la sua strada si incrocia accidentalmente con quella di Dara, un misterioso jinn guerriero, la ragazza deve rivedere le sue convinzioni. Costretta a fuggire dal Cairo, insieme a Dara attraversa sabbie calde e spazzate dal vento che pullulano di creature di fuoco, fiumi in cui dormono i mitici marid, rovine di città un tempo maestose e montagne popolate di uccelli rapaci che non sono ciò che sembrano. Oltre tutto ciò si trova Daevabad, la leggendaria città di ottone. Nahri non lo sa ancora, ma il suo destino è indissolubilmente legato a quello di Daevabad, una città in cui, all’interno di mura metalliche intrise di incantesimi, il sangue può essere pericoloso come la più potente magia. Dietro le Porte delle sei tribù di jinn, vecchi risentimenti ribollono in profondità e attendono solo di poter emergere. L’arrivo di Nahri in questo mondo rischia di scatenare una guerra che era stata tenuta a freno per molti secoli.

La trama di La Città di Ottone

In La Città di Ottone seguiamo le vicende di due personaggi: Nahri e Ali. La ragazza è un’egiziana dalle origini misteriose che cerca di guadagnarsi da vivere truffando gli abitanti del Cairo. Durante uno dei suoi spettacoli, utilizzando una lingua all’apparenza inventata, Nahri smuove qualcosa e, per una serie di eventi, si ritrova ad essere trascinata in un mondo che pensava solamente immaginario.
Insieme al jinn Dara infatti, Nahri si recherà presso Daevabad, terra natale dei Daeva, che ormai da anni si trova sotto il dominio della famiglia di jinn purosangue Al Qahtani. Nel romanzo iniziamo a scoprire piccoli dettagli sulle origini della ragazza e la sua vita finirà inevitabilmente per intrecciarsi a quella di Ali.
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Fan Art di Cinnart
Il ragazzo, secondo protagonista di La Città di Ottone, non è infatti altro che il principe di Daevabad, figlio del sovrano del regno, Ghassan. Attraverso gli occhi di Ali esploreremo la città natale dei Daeva e capiremo i meccanismi dietro alla politica e al dominio della famiglia Al Qahtani.
Ali, particolarmente fedele alla sua religione, si trova in più di un’occasione a dover osservare inerme suo padre e il fratello Muntadhir eseguire esecuzioni di massa e praticare ingiustizie sul popolo degli shafit, razza di sangue misto ripudiata da gran parte della popolazione. Per questa ragione, si troverà spesso in disaccordo con la propria famiglia, arrivando addirittura a rischiare di essere accusato di tradimento.
Fan Art di Keninamei
Per non rovinarvi l’esperienza di lettura, non mi dilungherò oltre nella narrazione della trama di La Città di Ottone. La storia a mio parere è davvero avvincente. Grazie ai molti colpi di scena e al duplice punto di vista utilizzato dall’autrice, ho proseguito con la lettura con interesse ed eccitazione. Una piccola pecca però, che a mio parere potrebbe inizialmente intimorire i lettori, sono purtroppo i molti nomi inseriti nella trama già dalle prime battute.
Fin dalle prime pagine infatti, ci troviamo a doverci destreggiare tra i nomi dei numerosi personaggi principali e i termini tipici della cultura araba, ai più conosciuta solo superficialmente. Una volta superata la barriera culturale però, il tutto si fa sempre più intrigante e vi troverete trasportati in un mondo affascinante dove le tradizioni e la mitologia araba si intrecciano armoniosamente in una storia fantasy toccante e avvincente.

Il mio giudizio sul libro

Aspettavo di leggere La Città di Ottone da parecchio e quando Mondadori ha annunciato di volerlo portare in Italia ero al settimo cielo. Le mie aspettative erano molto alte e devo dire che non sono rimasta assolutamente delusa.
Il mondo creato dalla Chakraborty è pieno di dettagli e intriso in maniera eccellente delle tradizioni e della mitologia che fanno parte della cultura araba. Veniamo a contatto con i Jinn, con gli Ifrit e con molte altre creature davvero affascinanti. L’autrice è stata capace di fondere leggenda e fantasy, riuscendo a creare un background narrativo credibile e interessante. Nel romanzo si dà spazio alla politica, alla religione, all’etica e tutto viene approfondito a mano a mano che si procede con la lettura. In La Città di Ottone vengono inoltre toccati alcuni temi molto importanti, quali il razzismo, la schiavitù, il tradimento e molto spesso è davvero difficile decidere chi siano realmente i buoni e i cattivi.
Ciascuna delle fazioni tratteggiate dalla penna della Chakraborty è infatti pronta ad andare contro a ogni legge dell’etica pur di ottenere ciò che desidera, portando avanti un conflitto che sembrava spento ormai da anni.
Fan Art di Slaymate
I personaggi di La Città di Ottone sono ben caratterizzati e mai scontati. Le loro azioni sono sempre giustifcate dalla loro storia e dal loro carattere ed è davvero impossibile non affezionarsi a loro. Ovviamente, trattandosi del primo libro di una trilogia, i punti interrogativi sono ancora molti e sarà davvero difficile riuscire ad attendere per scoprire quale piega prenderanno gli eventi dopo ciò che è successo negli ultimi capitoli.
Concludendo, attraverso le pagine di La Città di Ottone, la Chakraborty è riuscita letteralmente a conquistarmi. L’iniziale complessità del linguaggio data dalla presenza di molti nomi e termini arabi, non va comunque ad intaccare troppo la scorrevolezza della narrazione. Lo stile narrativo utilizzato dall’autrice per raccontare questa storia è molto azzeccato. Conoscere i punti di vista di due personaggi appartenenti a due fazioni opposte è stato infatti a mio parere essenziale per rendere la trama davvero avvincente.
Mi sento quindi di assegnare a La Città di Ottone ben 4.5/5 ⭐, poiché pur trattandosi solamente dell’inizio di una trilogia, questo romanzo è già riuscito a conquistarmi, finendo nella Top 3 dei libri letti nel 2020. Ringrazio ancora Mondadori sia per aver portato questo libro in Italia, sia per avermi dato la possibilità di leggere in anteprima il libro e di poter partecipare a questo splendido Review Party.
Qui sotto vi riporto le prossime tappe del Review Party:
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Voi avete letto questo libro? Cosa ne pensate?

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