Bernardo Barigazzi è uno scrittore che ha cominciato a fare il giornalista ma non l’ha detto a nessuno. Quando non scrive è impegnato a corteggiare Marzia, barista laureata in filosofia, con cui ha una relazione fatta, prevalentemente, di appuntamenti mancati. Con lo pseudonimo di Ivan Piri dirige Che dispiacere, un giornale sportivo che esce in edicola solo i giorni successivi alle sconfitte della Juventus. Sembrerebbe uno svago innocente, finché Barigazzi non si trova suo malgrado coinvolto in un’indagine di polizia. Manuel Carrettieri, ultrà con la passione per la cocaina, è stato ucciso e più di un indizio collega Barigazzi al delitto. In una Bologna autentica e insieme fiabesca, tra le osterie del centro e i vialoni della periferia, va in scena una commedia degli equivoci popolata di indimenticabili protagonisti, densa di umorismo e umanità. Per la prima volta Paolo Nori si misura con il giallo, passando dal racconto in prima persona a quello in terza, e orchestrando una sinfonia di voci e personaggi nello stile inconfondibile che i suoi lettori hanno ormai imparato a conoscere e amare.
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Questo
libro finisce col protagonista, che si chiama Bernardo Barigazzi, che sta
andando a trovare una donna, Marzia, una barista, e ha dentro la pancia
una specie di languore, come quando, da piccolo, cominciava a leggere un libro
che sapeva sarebbe stato memorabile, come Lo straniero, o L’idiota,
o La certosa di Parma,
o Il giovane Holden.
Tutta
quella meraviglia, davanti.
Dopo
tanti romanzi in prima persona, ne ho scritto uno in terza persona, che sarebbe
questo, e intanto che lo correggevo mi è venuto in mente Dino Risi quando ha
detto a Nanni Moretti «Spostati, che voglio vedere il film». Ecco, qui io ho
provato a spostarmi, non so se ci sono riuscito.
PAOLO NORI

